Doppio Vinile Marco Arceri Chopin At Home

€90.00

INTERPRETARE CHOPIN È IMPROVVISAZIONE DELL'INTERPRETAZIONE 

‘Chopin sembrava improvvisasse quando suonava i propri pezzi e infatti li suonava in modo diverso anche a distanza di breve tempo.

Così anche in una registrazione, dove è fissata un'interpretazione, scopri ogni volta qualcosa di nuovo; come in una passeggiata, che quando si ripercorre, ti svela particolari che non avevi notato prima, che ti attraggono e che suscitano sentimenti differenti.’

Marco Arcieri

“Per Arcieri suonare Chopin è come per una persona respirare o camminare: cose naturali che si fanno senza pensare” 

Mons. Pablo Colino

In occasione di questo concerto, Marco Arcieri presenta il suo ultimo lavoro, “Chopin at Home”. 

Il progetto offre un’esperienza unica: è stato interamente registrato nel suoi spazi, trasmettendo così l’intimità e il calore che solo un ambiente familiare può offrire. Oltre a essere disponibile in vinile, il disco sarà fruibile su tutte le piattaforme streaming. Questo progetto  celebra non solo la musica di Chopin, ma anche il suo legame personale con il compositore, come ha raccontato recentemente  in due interviste ai quotidiani “Il Foglio” e “La Voce”, sottolineando come anche Chopin si esprimesse al meglio in una dimensione raccolta.

Nella realizzazione di questo progetto, cruciale è stato il rapporto instauratosi tra l'Artista e il regista del suono Igor Fiorini. I due si incontrano grazie alla Filarmonica Romana, dove il primo si è esibito e il secondo ha messo a punto svariati progetti, e si sono trovati subito d’accordo sulla dichiarazione di intenti relativa a quello che sarebbe diventato un disco, come racconta la rivista “Suono”  e di cui riportiamo riassunto:

Quando un musicista esegue la propria musica, non può percepire appieno il suono che produce. Fondamentale è dunque l’empatia che si viene a creare tra l’artista e il tecnico regista del suono, la fiducia che il primo deve riservare al secondo nel valutare l’esecuzione sulla base di principi sonori contrapposti alla sua sensibilità interpretativa. Fiorini dichiara, sempre nella rivista, che nell’elaborazione di "Chopin at Home" si è seguita la visione artistica di Arcieri, senza venire meno a quelle che sono alcune caratteristiche sonore che solo il regista del suono può mettere in risalto. Il successo del progetto dipende dunque dall’adesione attiva dell’artista alla sua realizzazione e alla fiducia nell’idea sottostante. Il musicista deve essere disposto ad intraprendere questo percorso senza riserve per comprendere la visione complessiva dell’opera. Il fulcro non è tanto la dedizione nei confronti di Chopin, quanto piuttosto la dedizione ai colori e ai timbri della sua musica. Quando un pianista valorizza il cosiddetto “tocco” come elemento chiave di interpretazione, come nel caso di Arcieri, i colori e i timbri diventano fonte di ispirazione per le scelte tecniche, più che artistiche. Questo approccio, caratterizzato da un suono ricco e spontaneo, trova il suo massimo riscontro in un salotto di casa, dove la distanza tra strumento e ascoltatore crea una connessione più diretta, permettendo di cogliere pienamente tutte le sfumature e i dettagli sonori. Questa peculiarità genera una notevole differenza rispetto a una sala da concerto, e anche l’improvvisazione musicale contribuisce a creare un’esperienza sonora unica. L’interpretazione di Chopin in questo modo acquisisce una grande dinamica, evidenziando la profondità emotiva e l’intensità della sua musica. Il cammino in questi casi è intricato ma al contempo essenzialmente chiaro: tutti gli elementi devono confluire in armonia verso il medesimo obiettivo, superando qualsiasi semplificazione di comodo. Il lavoro del regista del suono richiama una composizione ispirata al compositore stesso: coinvolge non solo l'esecuzione dei brani musicali, ma anche la trasmissione dell'idea sonora del disco: una gamma ampia di sfumature che enfatizza l'esperienza dell'ascolto dal vivo, modellando la disposizione degli strumenti e dei suoni. Nello studio di registrazione, si ha l'impressione di percepire i suoni provenire da direzioni diverse, come se si delineassero attorno a sé “come un firmamento sonoro”, come sottolinea ancora Fiorini,ciascuno con la propria tonalità e carattere distintivo. I suoni, al contrario di quanto possiamo pensare, non riflettono la realtà in modo diretto. Piuttosto, costituiscono una delle rappresentazioni possibili della realtà stessa, con l'obiettivo primario di suscitare emozioni nell'ascoltatore. L'esperienza sonora deve essere in grado di trasmettere sensazioni simili a quelle vissute da chi partecipa attivamente all'evento, garantendo così una fedeltà emotiva ancor più importante della semplice precisione tecnica. La microfonazione diventa quindi cruciale per mettere in risalto queste sfumature e per creare una connessione più profonda tra il musicista e il pubblico. La relazione tra il sound producer e l'artista diventa una vera e propria "regia musicale", nata in questo caso dall'intento comune di ricreare l'intimità e l'emozione dell'ascolto domestico, riflesse nel nome stesso del disco: Chopin at Home.

Perseguendo l’obiettivo di promuovere l'ascolto consapevole mediante la cura e la costante ricerca di un'alta qualità sonora, la registrazione e la stampa dei vinili risultano in perfetto spirito “SlowSound”.

SlowSound è una associazione che nasce con l’obiettivo di:

Promuovere  la musica e una cultura dell'ascolto di qualità 

Consolidare il fatto che il Suono è cultura, al pari della Musica

Dare coscienza che «la registrazione è una forma d’arte a sé» e l’ascolto cosciente permette di comprendere e vivere pienamente il messaggio lasciato dai compositori, dagli esecutori e dagli artisti del suono

Incentivare un metodo e una didattica che hanno il fine di approfondire i concetti del suono, sviluppare l’orecchio che, come una “muscolo” connesso alla mente, al timpano e al cervello permette, attraverso l’allenamento, di aumentare le possibilità percettive

Riportare il suono e la musica nella vita come momento di degustazione, allontanando la vita frenetica, prendendo del tempo per ascoltare musica così come si fa con un buon bicchiere di vino

Tutto è vibrazione. Rendere evidente che la musica è emozione in un periodo: allenarsi ed andare più in profondità con il concetto di vibrazione permette di vedere il mondo in modo diverso, migliorando e modificando il nostro rapporto e la percezione con lo spazio/tempo/materia e la qualità con cui lo viviamo.

«La materia in sé non esiste. Ogni materia nasce e consiste solo mediante una forza, quella che porta le particelle atomiche a vibrare e che le tiene insieme» Max Planck

La realizzazione del progetto è stata resa possibile grazie al sostegno di E.L.T.I. S.r.l. ed è avvenuta sotto il patrocinio della Fondazione Carla Mercurio E.T.S. che, della diffusione della cultura nella società civile, ha fatto la sua principale missione.

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INTERPRETARE CHOPIN È IMPROVVISAZIONE DELL'INTERPRETAZIONE 

‘Chopin sembrava improvvisasse quando suonava i propri pezzi e infatti li suonava in modo diverso anche a distanza di breve tempo.

Così anche in una registrazione, dove è fissata un'interpretazione, scopri ogni volta qualcosa di nuovo; come in una passeggiata, che quando si ripercorre, ti svela particolari che non avevi notato prima, che ti attraggono e che suscitano sentimenti differenti.’

Marco Arcieri

“Per Arcieri suonare Chopin è come per una persona respirare o camminare: cose naturali che si fanno senza pensare” 

Mons. Pablo Colino

In occasione di questo concerto, Marco Arcieri presenta il suo ultimo lavoro, “Chopin at Home”. 

Il progetto offre un’esperienza unica: è stato interamente registrato nel suoi spazi, trasmettendo così l’intimità e il calore che solo un ambiente familiare può offrire. Oltre a essere disponibile in vinile, il disco sarà fruibile su tutte le piattaforme streaming. Questo progetto  celebra non solo la musica di Chopin, ma anche il suo legame personale con il compositore, come ha raccontato recentemente  in due interviste ai quotidiani “Il Foglio” e “La Voce”, sottolineando come anche Chopin si esprimesse al meglio in una dimensione raccolta.

Nella realizzazione di questo progetto, cruciale è stato il rapporto instauratosi tra l'Artista e il regista del suono Igor Fiorini. I due si incontrano grazie alla Filarmonica Romana, dove il primo si è esibito e il secondo ha messo a punto svariati progetti, e si sono trovati subito d’accordo sulla dichiarazione di intenti relativa a quello che sarebbe diventato un disco, come racconta la rivista “Suono”  e di cui riportiamo riassunto:

Quando un musicista esegue la propria musica, non può percepire appieno il suono che produce. Fondamentale è dunque l’empatia che si viene a creare tra l’artista e il tecnico regista del suono, la fiducia che il primo deve riservare al secondo nel valutare l’esecuzione sulla base di principi sonori contrapposti alla sua sensibilità interpretativa. Fiorini dichiara, sempre nella rivista, che nell’elaborazione di "Chopin at Home" si è seguita la visione artistica di Arcieri, senza venire meno a quelle che sono alcune caratteristiche sonore che solo il regista del suono può mettere in risalto. Il successo del progetto dipende dunque dall’adesione attiva dell’artista alla sua realizzazione e alla fiducia nell’idea sottostante. Il musicista deve essere disposto ad intraprendere questo percorso senza riserve per comprendere la visione complessiva dell’opera. Il fulcro non è tanto la dedizione nei confronti di Chopin, quanto piuttosto la dedizione ai colori e ai timbri della sua musica. Quando un pianista valorizza il cosiddetto “tocco” come elemento chiave di interpretazione, come nel caso di Arcieri, i colori e i timbri diventano fonte di ispirazione per le scelte tecniche, più che artistiche. Questo approccio, caratterizzato da un suono ricco e spontaneo, trova il suo massimo riscontro in un salotto di casa, dove la distanza tra strumento e ascoltatore crea una connessione più diretta, permettendo di cogliere pienamente tutte le sfumature e i dettagli sonori. Questa peculiarità genera una notevole differenza rispetto a una sala da concerto, e anche l’improvvisazione musicale contribuisce a creare un’esperienza sonora unica. L’interpretazione di Chopin in questo modo acquisisce una grande dinamica, evidenziando la profondità emotiva e l’intensità della sua musica. Il cammino in questi casi è intricato ma al contempo essenzialmente chiaro: tutti gli elementi devono confluire in armonia verso il medesimo obiettivo, superando qualsiasi semplificazione di comodo. Il lavoro del regista del suono richiama una composizione ispirata al compositore stesso: coinvolge non solo l'esecuzione dei brani musicali, ma anche la trasmissione dell'idea sonora del disco: una gamma ampia di sfumature che enfatizza l'esperienza dell'ascolto dal vivo, modellando la disposizione degli strumenti e dei suoni. Nello studio di registrazione, si ha l'impressione di percepire i suoni provenire da direzioni diverse, come se si delineassero attorno a sé “come un firmamento sonoro”, come sottolinea ancora Fiorini,ciascuno con la propria tonalità e carattere distintivo. I suoni, al contrario di quanto possiamo pensare, non riflettono la realtà in modo diretto. Piuttosto, costituiscono una delle rappresentazioni possibili della realtà stessa, con l'obiettivo primario di suscitare emozioni nell'ascoltatore. L'esperienza sonora deve essere in grado di trasmettere sensazioni simili a quelle vissute da chi partecipa attivamente all'evento, garantendo così una fedeltà emotiva ancor più importante della semplice precisione tecnica. La microfonazione diventa quindi cruciale per mettere in risalto queste sfumature e per creare una connessione più profonda tra il musicista e il pubblico. La relazione tra il sound producer e l'artista diventa una vera e propria "regia musicale", nata in questo caso dall'intento comune di ricreare l'intimità e l'emozione dell'ascolto domestico, riflesse nel nome stesso del disco: Chopin at Home.

Perseguendo l’obiettivo di promuovere l'ascolto consapevole mediante la cura e la costante ricerca di un'alta qualità sonora, la registrazione e la stampa dei vinili risultano in perfetto spirito “SlowSound”.

SlowSound è una associazione che nasce con l’obiettivo di:

Promuovere  la musica e una cultura dell'ascolto di qualità 

Consolidare il fatto che il Suono è cultura, al pari della Musica

Dare coscienza che «la registrazione è una forma d’arte a sé» e l’ascolto cosciente permette di comprendere e vivere pienamente il messaggio lasciato dai compositori, dagli esecutori e dagli artisti del suono

Incentivare un metodo e una didattica che hanno il fine di approfondire i concetti del suono, sviluppare l’orecchio che, come una “muscolo” connesso alla mente, al timpano e al cervello permette, attraverso l’allenamento, di aumentare le possibilità percettive

Riportare il suono e la musica nella vita come momento di degustazione, allontanando la vita frenetica, prendendo del tempo per ascoltare musica così come si fa con un buon bicchiere di vino

Tutto è vibrazione. Rendere evidente che la musica è emozione in un periodo: allenarsi ed andare più in profondità con il concetto di vibrazione permette di vedere il mondo in modo diverso, migliorando e modificando il nostro rapporto e la percezione con lo spazio/tempo/materia e la qualità con cui lo viviamo.

«La materia in sé non esiste. Ogni materia nasce e consiste solo mediante una forza, quella che porta le particelle atomiche a vibrare e che le tiene insieme» Max Planck

La realizzazione del progetto è stata resa possibile grazie al sostegno di E.L.T.I. S.r.l. ed è avvenuta sotto il patrocinio della Fondazione Carla Mercurio E.T.S. che, della diffusione della cultura nella società civile, ha fatto la sua principale missione.

INTERPRETARE CHOPIN È IMPROVVISAZIONE DELL'INTERPRETAZIONE 

‘Chopin sembrava improvvisasse quando suonava i propri pezzi e infatti li suonava in modo diverso anche a distanza di breve tempo.

Così anche in una registrazione, dove è fissata un'interpretazione, scopri ogni volta qualcosa di nuovo; come in una passeggiata, che quando si ripercorre, ti svela particolari che non avevi notato prima, che ti attraggono e che suscitano sentimenti differenti.’

Marco Arcieri

“Per Arcieri suonare Chopin è come per una persona respirare o camminare: cose naturali che si fanno senza pensare” 

Mons. Pablo Colino

In occasione di questo concerto, Marco Arcieri presenta il suo ultimo lavoro, “Chopin at Home”. 

Il progetto offre un’esperienza unica: è stato interamente registrato nel suoi spazi, trasmettendo così l’intimità e il calore che solo un ambiente familiare può offrire. Oltre a essere disponibile in vinile, il disco sarà fruibile su tutte le piattaforme streaming. Questo progetto  celebra non solo la musica di Chopin, ma anche il suo legame personale con il compositore, come ha raccontato recentemente  in due interviste ai quotidiani “Il Foglio” e “La Voce”, sottolineando come anche Chopin si esprimesse al meglio in una dimensione raccolta.

Nella realizzazione di questo progetto, cruciale è stato il rapporto instauratosi tra l'Artista e il regista del suono Igor Fiorini. I due si incontrano grazie alla Filarmonica Romana, dove il primo si è esibito e il secondo ha messo a punto svariati progetti, e si sono trovati subito d’accordo sulla dichiarazione di intenti relativa a quello che sarebbe diventato un disco, come racconta la rivista “Suono”  e di cui riportiamo riassunto:

Quando un musicista esegue la propria musica, non può percepire appieno il suono che produce. Fondamentale è dunque l’empatia che si viene a creare tra l’artista e il tecnico regista del suono, la fiducia che il primo deve riservare al secondo nel valutare l’esecuzione sulla base di principi sonori contrapposti alla sua sensibilità interpretativa. Fiorini dichiara, sempre nella rivista, che nell’elaborazione di "Chopin at Home" si è seguita la visione artistica di Arcieri, senza venire meno a quelle che sono alcune caratteristiche sonore che solo il regista del suono può mettere in risalto. Il successo del progetto dipende dunque dall’adesione attiva dell’artista alla sua realizzazione e alla fiducia nell’idea sottostante. Il musicista deve essere disposto ad intraprendere questo percorso senza riserve per comprendere la visione complessiva dell’opera. Il fulcro non è tanto la dedizione nei confronti di Chopin, quanto piuttosto la dedizione ai colori e ai timbri della sua musica. Quando un pianista valorizza il cosiddetto “tocco” come elemento chiave di interpretazione, come nel caso di Arcieri, i colori e i timbri diventano fonte di ispirazione per le scelte tecniche, più che artistiche. Questo approccio, caratterizzato da un suono ricco e spontaneo, trova il suo massimo riscontro in un salotto di casa, dove la distanza tra strumento e ascoltatore crea una connessione più diretta, permettendo di cogliere pienamente tutte le sfumature e i dettagli sonori. Questa peculiarità genera una notevole differenza rispetto a una sala da concerto, e anche l’improvvisazione musicale contribuisce a creare un’esperienza sonora unica. L’interpretazione di Chopin in questo modo acquisisce una grande dinamica, evidenziando la profondità emotiva e l’intensità della sua musica. Il cammino in questi casi è intricato ma al contempo essenzialmente chiaro: tutti gli elementi devono confluire in armonia verso il medesimo obiettivo, superando qualsiasi semplificazione di comodo. Il lavoro del regista del suono richiama una composizione ispirata al compositore stesso: coinvolge non solo l'esecuzione dei brani musicali, ma anche la trasmissione dell'idea sonora del disco: una gamma ampia di sfumature che enfatizza l'esperienza dell'ascolto dal vivo, modellando la disposizione degli strumenti e dei suoni. Nello studio di registrazione, si ha l'impressione di percepire i suoni provenire da direzioni diverse, come se si delineassero attorno a sé “come un firmamento sonoro”, come sottolinea ancora Fiorini,ciascuno con la propria tonalità e carattere distintivo. I suoni, al contrario di quanto possiamo pensare, non riflettono la realtà in modo diretto. Piuttosto, costituiscono una delle rappresentazioni possibili della realtà stessa, con l'obiettivo primario di suscitare emozioni nell'ascoltatore. L'esperienza sonora deve essere in grado di trasmettere sensazioni simili a quelle vissute da chi partecipa attivamente all'evento, garantendo così una fedeltà emotiva ancor più importante della semplice precisione tecnica. La microfonazione diventa quindi cruciale per mettere in risalto queste sfumature e per creare una connessione più profonda tra il musicista e il pubblico. La relazione tra il sound producer e l'artista diventa una vera e propria "regia musicale", nata in questo caso dall'intento comune di ricreare l'intimità e l'emozione dell'ascolto domestico, riflesse nel nome stesso del disco: Chopin at Home.

Perseguendo l’obiettivo di promuovere l'ascolto consapevole mediante la cura e la costante ricerca di un'alta qualità sonora, la registrazione e la stampa dei vinili risultano in perfetto spirito “SlowSound”.

SlowSound è una associazione che nasce con l’obiettivo di:

Promuovere  la musica e una cultura dell'ascolto di qualità 

Consolidare il fatto che il Suono è cultura, al pari della Musica

Dare coscienza che «la registrazione è una forma d’arte a sé» e l’ascolto cosciente permette di comprendere e vivere pienamente il messaggio lasciato dai compositori, dagli esecutori e dagli artisti del suono

Incentivare un metodo e una didattica che hanno il fine di approfondire i concetti del suono, sviluppare l’orecchio che, come una “muscolo” connesso alla mente, al timpano e al cervello permette, attraverso l’allenamento, di aumentare le possibilità percettive

Riportare il suono e la musica nella vita come momento di degustazione, allontanando la vita frenetica, prendendo del tempo per ascoltare musica così come si fa con un buon bicchiere di vino

Tutto è vibrazione. Rendere evidente che la musica è emozione in un periodo: allenarsi ed andare più in profondità con il concetto di vibrazione permette di vedere il mondo in modo diverso, migliorando e modificando il nostro rapporto e la percezione con lo spazio/tempo/materia e la qualità con cui lo viviamo.

«La materia in sé non esiste. Ogni materia nasce e consiste solo mediante una forza, quella che porta le particelle atomiche a vibrare e che le tiene insieme» Max Planck

La realizzazione del progetto è stata resa possibile grazie al sostegno di E.L.T.I. S.r.l. ed è avvenuta sotto il patrocinio della Fondazione Carla Mercurio E.T.S. che, della diffusione della cultura nella società civile, ha fatto la sua principale missione.